Il primo, ma decisivo passo è quello di “staccare” Giulia dagli altari. Infatti troppo spesso il suo nome è legato ad una religiosità, bigotta e reazionaria. Non si vuole negare o oscurare la fama di santità della marchesa che, tra l’altro, presto verrà riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, ma si vuole affermare con forza che il carisma di Giulia, la sua vita e le sue opere sono una realtà pubblica e sociale che non può essere ristretta alla sola cerchia dei cattolici devoti. Non bisogna vedere Giulia quale protagonista di una storia parallela o addirittura antagonista a quella del “Risorgimento Nazionale”, ma come un’attrice che giudica con straordinaria lucidità la realtà che vive, fino a patirne le conseguenze nei suoi ultimi anni di vita.Dalla Introudzione di Andrea Pennini
Giulia di Barolo
Patrimonio di umanità, valore di un’esperienza
a cura di Andrea Pennini
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno organizzato nel 2014 dall’Opera Barolo per 150 anni dalla morte di Giulia Colbert, Marchesa di Barolo, una delle personalità più straordinarie dell’Ottocento torinese e del Risorgimento italiano, al servizio dei poveri di ogni tipo e fondatrice di un modello di social welfare che ancora oggi ha molto da dire.